venerdì 29 maggio 2009

Franz Marc in morte di August Macke


"Chi in questi ultimi anni, densi di avvenimenti, si è interessato alla nuova arte tedesca, chi presagiva qualcosa del nostro futuro artistico, questi conosceva Macke.
E coloro che lavoravano con lui, noi, suoi amici, sapevamo quale futuro segreto portava in sé qust'uomo geniale.
Con la sua morte si è improvvisamente spezzata una delle più belle e ardite punte del nostro sviluppo artistico; nessuno di noi è in grado di seguirlo.
Ognuno va per la sua strada, e dove ci incontreremo, egli mancherà sempre."

lunedì 25 maggio 2009

Il mio pandolce, antica ricetta all'olio d'oliva

INGREDIENTI
400 gr. farina
200 gr. zucchero
1 uovo
200 gr. uva sultanina
200 gr. canditi spezzettati
50 gr. pinoli
anice q.b.
acqua di fior d'arancio q.b.
80 gr. olio extra vergine d'oliva
una bustina di lievito tipo Paneangeli
P.S. Non uso lievito di birra - non è necessario lasciar riposare

PREPARAZIONE

Disporre la farina a fontana, mettere al centro lo zucchero, il lievito e l'acqua di fior d'arancio e impastare rapidamente fino ad ottenere un composto elastico. Unire l'uvetta ben strizzata, i canditi e l'anice.
Disporre l'impasto in una teglia dal bordo alto del diametro di 28 cm. e praticare sulla superficie un taglio a coce.
Cuocere per un'ora a 200 gradi.

Questo è stata la mia prima realizzazione nelle vesti di pasticcere, tanti anni fa quando il mondo era giovane...Mi ricordo la fatica pazzesca per inglobare tutta quella frutta candita nell'impasto, sembrava impossibile farcela, e invece...
Rimane il mio cavallo di battaglia, sebbene lo prepari ormai molto raramente.
Uno Sciacchetrà delle Cinque Terre è un abbinamento ideale.

domenica 24 maggio 2009

oscuri dei


Camminava spensierata per le vie insonni della città tentacolare canticchiando una vecchia canzone di Cat Power. Era svelta, armata, e non aveva paura.
Era convinta che i suoi trucchi e le sue magie, ancora una volta, avessero funzionato, ingannando i suoi nemici.
Non lo sapeva, ma aveva sfidato la sorte una volta di troppo, e la dea oscura sarebbe accorsa a reclamare la sua anima.
Il destino arrivò come un urto violento, da dietro, che la gettò a terra tramortita.
Un fiotto caldo le inzuppò i vestiti: si rese conto che era il suo sangue.
Credeva che tutto sarebbe diventato vago fino a scomparire, e invece ogni cosa assunse una chiarezza cristallina, ultraterrena - il mondo divenne un luogo spaventoso, popolato di esseri oscuri che la chiamavano e di luci scintillanti che vorticavano.
Poi apparve di fronte a lei la visione più spaventosa - un volto bianco, gelido sorriso, occhi vuoti.
"I miei clienti mi hanno chiesto di recapitarti un ultimo messaggio" scandì il killer "Vai a fare in culo, troia".
Poi si svegliò, urlando.